lunedì 29 febbraio 2016

I 23 PER EURO 2016: STORIA DELLE CONVOCAZIONI AZZURRE NEL XXI SECOLO - GERMANIA 2006




Quarto appuntamento con la storia delle convocazioni della nazionale italiana in questo secolo a cura di Rado Il Figo.

Link delle puntate precedenti:

1) PRESENTAZIONE E SPIEGAZIONE DI LETTERE E INDICI UTILIZZATI
2) COREA/GIAPPONE 2002




Qualificazioni

Scenario

Urlando a complotti e biscotti, Trapattoni riceve il meritatissimo ben servito all’indomani del disastro lusitano, sostituito da Marcello Lippi, rispetto al predecessore con un ruolino internazionale più efficiente, seppur con una pericolosa tendenza a smarrirsi al momento del dunque: giunge solitamente in fondo ma quattro finali (cui comunque arriva) perse non sono uno scherzo. Il passaggio da club a nazionale non conferma le attese: dei tre tornei affrontati da Lippi, due si risolvono in modo imbarazzante, e l’unica, piacevolissima, eccezione è il presente, culminato nel quarto trionfo iridato azzurro, il terzo titolo colto dall’Italia negli ultimi 50 anni.

Per Germania 2006, le nazionali europee sono suddivise in 8 gruppi eliminatori da 6 o 7 squadre, con passaggio diretto delle prime classificate e delle 2 migliori seconde, mentre le restanti 6 spareggiano fra loro a completare le 13 qualificate dall’UEFA (cui si unisce l’anfitrione tedesco). Il sorteggio, con l’Italia testa di serie, la assegna al Gruppo 5 con Slovenia, Scozia, Norvegia, Bielorussia e Moldavia, in ordine di fascia: avversari di media difficoltà, dove manca il tradizionale “materasso”. Novità regolamentare, adeguandosi la FIFA ai canoni UEFA nei discriminanti per la parità di punti: ora anche qui prevale l’esito dei confronti diretti, dopo i quali spazio a differenza reti e reti segnate. Piccola curiosità sulla numerazione, sempre libera: Lippi si affida al tradizionale ma con una singolare avversione al 17, nove volte su dieci “sostituito” dal 19 (solo Barone a Glasgow ha “l’ardire” d’indossarlo).

Il nuovo CT, chiamato a vincere, dapprima si affida esplicitamente agli uomini più in forma del momento, confidando sulla propria duttilità tattica, non fornendo così punti fermi né sui nomi né sugli schemi. La nazionale è pertanto retta da una vivacità accompagnata dall’estemporaneità cui Lippi cerca di porre ordine: la media (ma non modesta) caratura degli avversari permette di affrontare la prima stagione d’impegni senza troppi intralci, pur giungendo una sconfitta in Slovenia, però con più di una prestazione sul filo del rasoio dove non sarebbe il caso (vedasi il 4-3 interno con la Bielorussia).

Nel 2005/06 il CT cambia rotta, puntando esclusivamente su una ventina di giocatori “fissi”. Da qui in avanti le gare scorrono lisce come l’olio, la qualificazione arriva pure con una partita d’anticipo (chiudendo così con gli esperimenti contro la Moldavia) e si va in Germania come una delle più forti candidate al titolo, però più per merito delle ottime prestazioni in amichevole contro gli stessi tedeschi e l’Olanda che per quanto mostrato nelle eliminatorie.



Quadro sinottico


Il numero di giocatori utilizzati, nonostante due impegni in più e l’iniziale linea guida di Lippi, resta fermo a 39, però è ben evidente come il gruppo si sia dimezzato nella seconda stagione: dalla trasferta in Scozia, i giocatori dal 24° posto in giù riescono appena due volte a entrare in lista (2,78%), mentre fra i “convocabili”, Blasi, Bonera e Diana si rivedono solo nell’inutile passarella finale moldava, con Buffon “assente giustificato” per l’infortunio patito nel trofeo Berlusconi.

La lista “teorica” dei 23 è la seguente:
P (3): Buffon, Peruzzi, De Sanctis
D (8): Materazzi, Zambrotta, Cannavaro F., Nesta, Bonera, Grosso, Zaccardo, Diana
C (7): De Rossi, Gattuso, Pirlo, Camoranesi, Blasi, Totti, Barone
A (5): Toni, Gilardino, Vieri, Iaquinta, Del Piero.

Il raffronto dei 3 indici con i precedenti, conferma le due linee guida adottate dal CT: l’IL (0,833) e l’IG (0,885) sono più alti, mentre l’IT (0,909) è più basso; una volta composto il gruppo, i titolari sono poi scelti senza alcun preferenza preliminare.

Si abbassano da 2 a 3 i sempre presenti, Toni e Materazzi, anche se le assenze di De Rossi (1), Gattuso e Zambrotta (2) dipendono da squalifiche. Curiosi i dati complessivi dei due capiclassifica, dove prevalgono le partenze dalla panchina: addirittura Toni parte solo 2 volte da titolare!
Cinque risultano i grandi assenti: fatali gli infortuni per Vieri e Diana, e le scelte tecniche per i già citati Bonera e Blasi, oltre De Sanctis, il giocatore “verde” più inatteso: per una volta che la lista teorica presenta 3 portieri, il terzo (sempre schierato nel 2005/06) è lasciato a casa a favore della sorpresa Amelia.

A completare le sostituzioni dei “verdi”, sono chiamati tre “celesti” (Oddo, Barzagli e Perrotta) e un secondo “arancio”, Filippo Inzaghi, inutilizzabile nelle qualificazioni per i primi lunghi stop fisici che ne caratterizzeranno il finale di carriera. Conseguentemente, i 3 indici si abbassano restando ancora sempre superiore ai precedenti, con l’IL a 0,706, l’IG a 0,777 e l’IT a 0,800.

La formazione titolare


L’estrema flessibilità imposta da Lippi si ripercuote in una più elaborata individuazione della formazione titolare: se non è (più) una sorpresa verificare come non sia mai apparsa in campo nella realtà, stavolta non è nemmeno composta dagli 11 più volte schierati in partenza. Per proporre uno schema “coerente” con le scelte effettuate dal CT, Materazzi e Pirlo devono restare fuori, vittime del dover avere a 4 difesa (l’unica costante di Lippi) e centrocampo (così schierato se vi sono due punte, di cui una è Totti) e, conseguentemente, di non poter usare 3 centrali in entrambi i reparti, a tutto vantaggio di Camoranesi e Grosso.

Come prevedibile, e un po’ anticipato, e ancor più dopo la manipolazione necessaria a presentare una formazione “credibile”, i 3 relativi indici sono i più bassi finora visti: l’IL è 0,718, l’IG è 0,682 e l’IT è 0,618. Un unico esempio tangibile: l’ultimo dato comporta che in media in ogni gara, poco meno di 7 di questi nomi sono apparsi da titolari.

Si rinnova la “maledizione” per cui uno dei titolari rimane a casa, anche se nell’occasione per scelta tecnica e non per infortunio: il “verde” è Bonera, capace tuttavia di ritagliarsi il ruolo di 24° ufficialmente designato.




Fase finale

Scenario

L’ottimismo della vigilia s’incrina allo scoppio di Calciopoli, il ciclico “più grande scandalo del calcio italiano” che puntualmente lascia sul terreno vittime illustri e strascichi polemici. Tuttavia a livello di “rosa” non vi sono conseguenze: se la FIGC è ora retta dal commissario Rossi, Lippi (sfiorato dalla vicenda) è confermato e, non subendo i giocatori nessuna punizione, può portare chi vuole in Germania (Blasi, chiacchierato per essere la sua presenza in azzurro un premio per il passaggio alla GEA, resta sì a casa però era di fatto già stato accantonato dal CT). Le uniche polemiche sulle convocazioni vertono sul lato “opportunità” (Buffon e Cannavaro) e non tecnico, salva qualche sparuta voce a favore di Cristiano Lucarelli per Iaquinta (preferito per la capacità di ricoprire il ruolo di prima e seconda punta), non soffermandosi più nessuno su Panucci, stante la conclamata reciproca antipatia con Lippi.

Il torneo parte con i gironi, per il cui sorteggio l’Italia per un pelo entra nelle teste di serie, scelte con un coefficiente basato sui piazzamenti in 3 ranking FIFA e nelle ultime 2 (e non più 3) Coppe del Mondo. Come consuetudine, le altre fasce seguono un criterio geografico e l’Italia, assegnata al Gruppo E, non è fortunata: dalla CAF/CONMEBOL/OFC arriva il Ghana, la più dura delle 4 (!) esordienti africane, dall’UEFA la Rep. Ceca e dalla CONCACAF/AFC gli USA invece di una più malleabile asiatica.

I timori si rivelano infondati e il gruppo è vinto seppur con qualche affanno provocato dall’1-1 contro gli USA (unico punto che conquistano), rivelandosi il Ghana solido ma lontano dai vertici e squagliandosi troppo presto i cechi (mia personalissima delusione). L’“autostrada” verso le semifinali (definizione dello stesso Lippi) è anch’essa superata con più di un’angoscia contro sia l’Australia (battuta su rigore al 94’) sia l’Ucraina (2 provvidenziali legni uno sull'1-0 e uno sul 2-0) ma meritatamente e sotto il peso della notizia del tentato suicidio di Pessotto. Le 4 superstiti si contendono l’oro in un contesto di estremo equilibrio (tutte possono vincere), confermato dal campo dove la spuntano gli Azzurri con i due capolavori dei supplementari contro la Germania e dei rigori (sempre fatali in tornei ufficiali) nella finale davanti alla Francia, creando la leggenda di un’Italia vincente se arriva a un torneo preceduta da uno scandalo, in realtà un “falso storico” se si pensa, p.es., ai primi due “calcioscommesse” giunti alla vigilia di Euro 1980 e Messico 1986, non precisamente per noi positivi.

Quadro sinottico


La svolta impressa da Lippi nella seconda stagione di eliminatorie è confermata nella fase finale: si pesca solo dal gruppo di affidabili, qui ridottosi a 14 elementi (giusti giusti 11 titolari e 3 cambi), con la “linea di confine” Materazzi-Nesta. Non per nulla, “celesti” e “aranci” si ammassano in fondo al quadro sinottico, quasi a provare essere convocazioni esclusivamente per “completare i quadri”, e pur avendo giocato (il CT non utilizza solo i due portieri di riserva) Barzagli è l’unico ad averlo fatto una volta da titolare, complici però l’infortunio di Nesta e la squalifica di Materazzi. L’eccezione è Perrotta, capace di far tanto cambiare idea a Lippi da essere uno dei 5 sempre in campo (con Cannavaro, Buffon, Pirlo e Toni ) e dei 4 fin dall’inizio (è Toni a “peccare”), anche se non dei 2 “sempre presenti” perché anche mai sostituiti (Buffon e Cannavaro, proprio la “coppia inopportuna”).

Piccola curiosità: Filippo Inzaghi si laurea campione del Mondo giocando, in 17 gare totali fra eliminatorie e fase finale, appena una mezz’ora contro la Rep. Ceca, durante la quale riesce pure a segnare una rete!

La formazione titolare


La duttilità tattica di Lippi offre 4 diversi schemi di partenza nelle 7 partite disputate: nessuno riesce a confermarsi oltre la gara successiva, e addirittura il 4-4-2 con l’Ucraina resta un unicum. Contrariamente alle eliminatorie, è possibile presentare gli 11 più volte utilizzati da titolari in una formazione “coerente” seppur sempre “irreale” (ormai quest’ultima una “ovvietà”): il 4-3-1-2 proposto si vede nelle due gare inaugurali, ma non con questi nomi (e per qualcuno dei presenti, non nel ruolo ricoperto). Rispetto all’11 tipo delle qualificazioni, vi è una maggiore propensione all’attacco, con l’esterno Camoranesi rilevato dalla punta Toni, Totti arretrato alle spalle della coppia offensiva e Zambrotta retrocesso sulla linea difensiva.

A dimostrare come il calcio viva spesso dell’“attimo fuggente”, bisogna ricordare l’influenza avuta da alcuni fatti imprevedibili, come l’infortunio a Nesta (“grazie” al quale Materazzi entra in squadra), la lunga squalifica di De Rossi, che lo allontana dal campo per 4 turni (fissando così a centrocampo il duo Pirlo-Perrotta), e la comica autorete di Zaccardo contro gli USA, che gli costa il posto e promuove a titolare fisso Grosso.

Gli indici confermano l’impostazione lippiana, con IG quasi pari all’IT (0,883 e 0,831): delle 69 presenze complessive, solo 3 sono da subentrati (“eccezione” toccata a Totti, Gattuso e Materazzi).

Ultima annotazione curiosa: Zambrotta è uno dei 3 finora sempre apparso nelle 6 formazioni titolari presentate, ma, al contrario di Buffon e Cannavaro, cambiando continuamente ruolo, saltando da una fascia esterna all’altra di sia difesa sia centrocampo, a ulteriore dimostrazione della sua utilissima versatilità.

Appuntamento a mercoledì 9 marzo per la quinta puntata dedicata ad Austria/Svizzera 2008.



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