mercoledì 12 agosto 2015

LE STATISTICHE POST CAMPIONATI MONDIALI DI NUOTO IN VASCA LUNGA 2015





Mandata agli archivi l’edizione 2015 dei FINA World Championship, è tempo di bilanci come sempre in compagnia di Luca Soligo.



In un’edizione ad alto contenuto spettacolare e non priva di sorprese, abbiamo visto alcuni grandi del nuoto crollare sotto i colpi delle nuove leve ed altri resistere al vertice nonostante tutto. Il movimento del nuoto mondiale si spinge verso Rio 2016 con grande slancio, forte di una popolarità e di un’esposizione mediatica (anche in Italia) che è in costante crescita.

Cosa trovate in questa analisi?

IL MEDAGLIERE
LE PREVISIONI
IL CAMPIONE DEI CAMPIONI
EUROPEI VS MONDIALI


IL MEDAGLIERE

Nell’analisi pre-Kazan avevamo lasciato gli Stati Uniti saldamente in testa a tutti i medaglieri. Nonostante un’edizione tutt’altro che spettacolare, i nordamericani vincono anche il medagliere classico 2015, facendo leva soprattutto su una Katie Ledecky fuori dal comune e su alcune (non tutte) staffette. Vediamo quindi il confronto tra il pre ed il post Kazan 2015 del medagliere generale.


Le vere novità sono l’ingresso in top ten di Gran Bretagna (nazione emergente del panorama natatorio mondiale) ed Italia, a discapito dell’URSS, che esce dalle dieci, e dai Paesi Bassi, in forte crisi di allori mondiali. Stati Uniti ed Australia continuano la loro corsa verso l’infinito, mentre la Cina cresce e mette nel mirino la DDR.



Diamo uno sguardo anche ai cambiamenti subiti dal medagliere al maschile.


Francia e Gran Bretagna compiono il balzo avanti più eclatante, scalzando Russia (deludente) e Sud Africa (un solo oro per Le Clos) dalle posizioni di vertice. Anche l’Italia si migliora, avvicinandosi alla top ten grazie allo spettacolare trionfo di Gregorio Paltrinieri nei 1500.
Vediamo infine i cambiamenti del medagliere femminile.


Sarah Sjostrom trascina la Svezia in alto e fa perdere una posizione all’Italia, che si ferma a due argenti in questa edizione e scivola al nono posto all-time. Senza una degna erede di Federica Pellegrini, anche quest’anno trascinatrice al femminile, il futuro azzurro resta un’incognita.

LE PREVISIONI

Andiamo a scoprire se le previsioni fatte appena prima dell’inizio delle gare si sono rivelate coerenti con quanto poi nuotato a Kazan. Nelle tabelle qui sotto trovate tutte le previsioni fatte per passaggi di turno, bronzo ed oro, con accanto relativo tempo poi effettuato a Kazan, scostamento in termini di secondi e scostamento percentuale.



Il metodo applicato è ormai rodato e vincente: come potete vedere tra i maschi abbiamo uno scostamento medio che rimane costantemente sotto lo 0,5% (media totale 0,40%) e tra le femmine, eccezion fatta per la colonna relativa all’oro (quella meno prevedibile causa prestazioni eccelse in finale), la media rimane sotto lo 0,5% (media totale compresa colonna oro 0,90%).

Il mondiale ha avuto sorprese non pronosticabili, ma se volete una previsione seria e basata sui numeri la trovate solo qui.

IL CAMPIONE DEI CAMPIONI

Chiudiamo il nostro bilancio scoprendo chi ha vinto l’ambito premio di Campione dei Campioni, ovvero la classifica che mette a paragone tutti i vincitori dell’oro mondiale ed i tempi effettuati nella finale che ha dato loro il titolo. Come si calcola il Campione dei Campioni?

In questa classifica cercheremo di determinare chi è stato il “Campione dei Campioni”, ovvero chi ha migliorato di più il record del mondo oppure si è avvicinato maggiormente al record stesso nella finale in cui ha vinto il titolo mondiale. 

Per farlo, attribuiremo al tempo effettuato nella finale un punteggio, calcolato tramite una semplice proporzione con il record del mondo in vigore. 

Attribuendo 100 punti al tempo record del mondo in vigore, il Campione dei Campioni è l’atleta che ha fatto registrare il punteggio migliore nella finale in cui ha vinto l’oro. 


In campo femminile sono stati effettuati 4 record del mondo a suggello del titolo mondiale. In due occasioni è stata Katie Ledecky a scioccare il mondo con crono che hanno dell’incredibile, ed il suo 8,07,39 negli 800 stile le vale la palma di Campione dei Campioni 2015 con 100,74 punti. Menzioni d’onore anche per altre due record-girl: Sarah Sjostrom (100,18 punti nei 100 farfalla) e Katinka Hosszu (100,02 punti nei 200 misti, dove ha battuto un WR che resisteva dai tempi della gomma).




Tra gli uomini invece, nessun atleta ha effettuato il record del mondo nella finale mondiale. Cameron Van Der Burgh ed Adam Peaty si sono scontrati a suon di primati nelle batterie e nelle semifinali dei 50 rana, ma in finale la tensione ha prevalso ed entrambi si sono fermati sopra al limite mondiale. Il 26,51 di Adam Peaty vale comunque il titolo di Campione dei Campioni tra i maschi, con 99,66 punti contro i 99,41 di Marco Koch nei 200 rana ed i 99,22 di Camille Lacourt nei 50 dorso.



EUROPEI VS MONDIALI

Un’ultima analisi la dedichiamo ad un confronto particolare, ovvero quello tra gli Europei di Berlino disputati nel 2014 ed i Mondiali di Kazan appena terminati.

Nella prossima tabella vedete a confronto i campioni europei in carica ed i campioni mondiali appena laureati. Evidenziati in giallo trovate coloro i quali, nella stessa gara, sono attualmente sia campioni europei che mondiali.


Complimenti quindi ai detentori della doppia corona: Florent Manaudou, Adam Peaty, Marco Koch e Gregorio Paltrinieri tra i maschi, Sarah Sjostrom e Katinka Hosszu tra le femmine. Questi atleti hanno l’incredibile chance di mettere a segno un filotto storico vincendo le Olimpiadi di Rio 2016.

L’ultima annotazione è di carattere puramente tecnico, e riguarda i pochi casi nei quali il tempo effettuato dal campione del mondo è superiore a quello effettuato dal campione europeo. Tra i maschi è accaduto solo a Koch, autore di due ottime prestazioni nei 200 rana (a Kazan ha nuotato solo 19 centesimi di più che a Berlino). In campo femminile, invece, alcuni tempi segnano una preoccupante involuzione di alcune specialità: i 200 farfalla, orfani della Belmonte Garcia, sono stati vinti dalla giapponese Hoshi con un tempo di un secondo superiore a quello fatto dalla spagnola un anno fa. Stesso discorso vale per i 200 rana, che la Pedersen nuotò lo scorso anno in 2,19,85 e che quest’anno ha letteralmente buttato al vento con passaggi scellerati, lasciando la vittoria alla giapponese Watanabe in 2,21,15. Nei 50 rana, invece, la troppa tensione di Ruta Meilutyte nel voler battere la Efimova lasciano spazio alla svedese Johansson che nuota la gara della vita ma con un tempo (30,05) superiore a quanto nuotato dalla lituana nel 2014.


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