mercoledì 19 novembre 2014

LA STORIA (UFFICIALE E NON) DEL RANKING UEFA PER NAZIONALI: L'ANALISI DELL'ULTIMO RANKING

Ultima puntata della Storia del Ranking UEFA per Nazionali a cura di Rado Il Figo (per le puntate precedenti: http://mds78.blogspot.com/search/label/Storia%20del%20Ranking%20Uefa%20per%20Nazionali).






Dopo aver riletto l’intera storia del ranking UEFA per nazionali, mi soffermo sul suo ultimo aggiornamento completo, inteso comprendente il coefficiente di ciclo più recente calcolato a torneo concluso, per analizzare il responso che più ci tocca da vicino: avendo ancora nelle orecchie il de profundis cantato al tramonto di Brasile 2014 per il calcio nostrano ritenuto non competitivo sul palcoscenico internazionale (anche a livello di club, pur essendo questi massicciamente sostenuti da iniezioni di giocatori stranieri), con la poca memorabile “conferma” dell’eliminazione ai gironi, com’è possibile che l’Italia occupi il 4° posto nella graduatoria continentale? Il piazzamento che, idealmente proiettato nel futuro, dovrebbe portare al raggiungimento delle semifinali di Euro2016 è frutto di un metodo classificatorio imperfetto oppure la situazione è più rosea di quanto ci si pianga addosso (almeno a livello di nazionale)?

La presente disamina si concluderà affermando che, in una prima approssimazione, sono valide entrambe le chiavi di lettura: l’Italia è a buon titolo la 4ª nazionale europea ma vi è poco da rallegrarsi, e non tanto perché si è comunque fuori dal podio seppur per un (apparente) pelo.

Giova ricordare che il ranking UEFA è costruito sui risultati ottenuti negli ultimi 3 tornei maggiori (Coppe del Mondo 2010 e 2014 e Euro 2012) e, come tutte le classifiche, è per sua natura “relativa” nel responso dei piazzamenti. Non è quindi una tabella (come purtroppo molti ancora credono) in cui è valorizzato il livello tecnico delle prestazioni fornite dalle nazionali, bensì un metodo per “sommare” quanto ottenuto nelle gare giocate nelle 3 competizioni interessate e, pertanto, pur avendovi raggranellato poco o nulla, si può essere al 4° posto perché… altre 40 squadre (aggiungendovi per comodità l’esordiente Gibilterra) hanno semplicemente fatto peggio dell’Italia.

Ciò chiarito, la domanda da porsi è se sia sufficiente il 2° posto a Euro 2012 a “colmare” le due eliminazioni ai gironi mondiali tanto da spingerci così in alto in classifica. Pur con tutti i limiti e le criticità a suo tempo esposti a proposito del ranking, la risposta è affermativa e mi accingo a sostenerla.

Solitamente i commenti sulle delusioni raccolte nei tornei per nazionali sono viziati da due errori “prospettici”: il primo, già sommariamente evidenziato, è di “assolutizzare” le prestazioni italiane quando per un giudizio completo le si devono sempre mettere a rapporto con quanto ottenuto dalle concorrenti continentali (sfociando a volte nel “mal comune, mezzo gaudio”). Il secondo, più grave, è di dimenticarsi che tutti i tornei coinvolti sono preceduti da una fase eliminatoria: se l’Italia è stata subito estromessa ai gironi degli ultimi due Mondiali, è anche vero che per “riuscirci” deve esserne approdata alla fase finale. Per motivi a me incomprensibili, si tende generalmente a considerare le nazionali arrestatesi alle qualificazioni come se non avessero partecipato del tutto al torneo (manco si fossero ritirate o nemmeno iscritte): ma è peggio uscire subito dalla fase finale o nemmeno arrivarci? P.es., si è a lungo e da più parti sostenuto come Sudafrica 2010 fosse stata la peggiore Coppa del Mondo della storia italiana, ma per Svezia 1958 gli Azzurri non oltrepassarono neppure lo scoglio delle eliminatorie e non capisco perché tale debâcle sia stata quasi universalmente tralasciata come pietra di paragone per le figuracce iridate. 

Similarmente ci si comporta quando si tende a individuare lo sconfitto di un torneo solo in chi è caduto in finale, quando è logico che, a fronte di un unico vincitore, tutti gli altri concorrenti siano ugualmente perdenti. P.es., nell’ultimo Mondiale è così l’Argentina a esssere dipinta come l’unica sconfitta, avendo ceduto il passo alla Germania in finale, e non il Brasile, brutalizzato dai tedeschi in semifinale, o l’Italia stessa, tornata a casa con ampissimo anticipo.

Con questa più corretta prospettiva, si vede come l’Italia sia una delle sole 8 nazionali UEFA ad aver preso parte a tutt’e 3 le fasi finali, traguardo reso ancor più encomiabile giacché per tutte e 8 ciò è sempre avvenuto col responso del campo. Fra l’altro, le uniche due squadre a essersi giovate dell’accesso diretto, ormai riconosciuto ai soli organizzatori, sono state Polonia e Ucraina, il cui Europeo casalingo ha però rappresentato l’unica fase finale centrata. 

Dovrebbe a questo punto generare ben poca sorpresa trovare l’Italia fra i primi 8 posti del ranking, occupati proprio da chi è riuscito nell’en plein. Per completezza, il resto della classifica non è, però, così “coerente”, basti vedere un paio di dati:

- 3 nazionali hanno fallito solo una qualificazione, ma se la Russia è nona, subito sotto le 8 a percorso netto, la Croazia è dodicesima e la Danimarca quindicesima;
- sono 22 le squadre ad aver preso parte almeno a una fase finale, però al 18° posto troviamo l’Ungheria, quindi potenziale partecipante a Eur o2016, nonostante abbia fallito 3 eliminatorie su 3 e per di più senza mai raggiungere nemmeno gli spareggi.

Il 4° posto azzurro diventa ancora più “logico” raffrontando i risultati ottenuti con quelli delle altre 7 ai vertici della classifica. Partendo dall’alto, Germania prima, Spagna seconda e Olanda terza hanno preceduto l’Italia in 2 tornei su 3. Nel dettaglio: tedeschi e olandesi hanno fatto meglio nei 2 Mondiali e peggio all’Europeo (fra l’altro la Germania ha estromesso l’Olanda nei gironi ed è stata poi fermata in semifinale dall’Italia); gli spagnoli nel 2010 e 2012 hanno prevalso sugli Azzurri (in realtà su tutti, avendo vinto le 2 manifestazioni) e nel 2014 si sono fermati allo stesso punto dell’Italia. Pertanto, legittimamente occupano i tre primi posti e sopravanzano la nostra nazionale. Continuando con le 4 nazionali sottostanti (in ordine, Portogallo, Inghilterra, Grecia e Francia) si ha una perfetta parità: l’Italia ha fatto meglio in un torneo, peggio in un altro e nel terzo si è fermata allo stesso turno! La ragione per cui prevale è da trovarsi proprio nella finale di Euro 2012, picco mai raggiunto dalle altre 4 squadre; anzi, il solo Portogallo l’ha sfiorato, fermandosi in semifinale, e non per nulla è quinto; le altre non sono mai andate oltre i quarti di finale.




Una spinta verso l’alto è giunta dall’Italia anche dal periodo poco brillante del calcio europeo: raccogliendo poco nell’arena mondiale, quanto ottenuto a livello continentale (dove inevitabilmente… qualche nazionale UEFA deve eccellere) finisce per dare maggior peso al coefficiente globale, e senza dimenticare che, così come costruito, il ranking è più “premiante” nei confronti della Coppa Delaunay che non della Coppa FIFA.

L’opacità congiunturale del calcio europeo può, lecitamente, sorprendere a prima vista, ricordandosi dei 2 titoli mondiali raccolti (3 consecutivi aggiungendovi quello italiano nel 2006, torneo fuori dal ranking), dei 3 posti su 4 occupati nelle finali iridate e dei 5 su 8 nelle semifinali. Tuttavia, il giudizio su un movimento deve toccare la sua globalità e non limitarsi ai vertici, per un altro comune errore “prospettico” vigente nel calcio (si veda, a titolo d’esempio, la sorpresa di chi non si capacitava del sorpasso tedesco nel ranking UEFA per club). I sicuramente ottimi allori citati sono, infatti, di esclusivo appannaggio delle “magnifiche tre” Germania, Spagna e Olanda, che hanno quasi monopolizzato il calcio negli ultimi 4 anni, almeno dov’erano in gara (anche) europee, Confederations esclusa… due volte, non essendo considerata dal ranking.

La distanza fra le tre in testa e le altre è testimoniata anche dalle cifre: il medesimo scarto fra il coefficiente dell’Olanda terza e l’Italia quarta, si ritrova fra gli Azzurri e la Svizzera sedicesima! Rapportandoci poi al principale avversario mondiale, il Sud America, il paragone nei due ultimi Mondiali è ancora più impietoso: a fronte di 26 presenze europee complessive, si contano ben 14 eliminazioni ai gironi; in buona sintesi, metà delle nazionali UEFA non arriva agli ottavi ovvero… metà delle eliminate al primo scoglio appartiene all’UEFA! Viceversa, a fronte di 11 presenze sudamericane, solo l’Ecuador nel 2014 non ha superato il girone (il 9,09%), mentre ai quarti si sono contate 7 nazionali CONMEBOL, esattamente tante quante le europee, ma per le prime ciò rappresenta il 63,64% sul totale, per le seconde appena 26,92%.

Per non parlare dei 27 confronti diretti contro avversarie sudamericane: se Germania, Spagna e Olanda nelle loro 12 partite hanno raccolto (al 90’) 9 vittorie, 2 pareggi e solo 1 sconfitta (le Furie Rosse contro il Cile), le cifre quasi s’invertono nei risultati ottenuti dalle altre nazionali europee nelle 15 gare restanti: 1 vittoria (la Svizzera sull’Ecuador), 5 pareggi e 9 sconfitte!

In conclusione: il piazzamento italiano nel ranking è così del tutto giustificato e coerente coi risultati ottenuti nei 3 tornei considerati, per quanto le distanze dal podio siano di tutto rispetto e dal resto del gruppone all’inseguimento siano minime ed esclusivamente dovute al buon cammino ad Euro 2012 (conti alla mano, era sufficiente perdere ai rigori la semifinale per essere sicuri del 4° posto), risultato “appesantito” dal momento storico poco felice del calcio continentale.




Trovi interessanti gli argomenti di questo blog? Ti piacerebbe contribuire a mantenerlo in vita? Senti che chi scrive qui meriterebbe di essere in qualche modo ricompensato? Adesso puoi farlo tramite una donazione!

 

Per maggiori informazioni sulla donazione e su perché donare clicca quihttp://mds78.blogspot.it/2014/08/se-vuoi-puoi-contribuire-calcio-e-altri.html

Segui su Facebook gli aggiornamenti di "Calcio e Altri Elementi": https://www.facebook.com/calcioealtrielementi2

Segui su Twitter gli aggiornamenti di "Calcio e Altri Elementi": https://twitter.com/Calcioealtri

Nessun commento:

Posta un commento