mercoledì 8 ottobre 2014

LA STORIA (UFFICIALE E NON) DEL RANKING UEFA PER NAZIONALI: GLI ANNI '70

Quarto appuntamento con la storia del ranking Uefa per nazioni a cura di Rado il Figo (per le puntate precedenti: 
http://mds78.blogspot.com/search/label/Storia%20Ranking%20Uefa%20per%20Nazionali).


MESSICO 1970

1° metodo

Unica gara esclusa ai fini del ranking è lo spareggio del secondo girone fra Cecoslovacchia e Ungheria.



































Il più congruo numero di gare utili, rende la classifica più stabile all’apparenza, senza sfociare nell’inamovibilità. Se nei primi 7 aggiornamenti si erano avvicendate 7 diverse capoliste, e solo la Germania, l’ultima in senso cronologico, era stata capace di confermarsi in vetta, una volta allargata la base valutativa l’Italia si mantiene in cima al primo tentativo. In realtà, usufruendo del “senno del poi”, è proprio apparenza e nulla più.

La supremazia italiana nelle eliminatorie è confermata sul campo… delle fasi finali. Gli Azzurri sono senz’ombra di dubbio la nazionale europea che coglie i migliori risultati dell’epoca: campione continentale e vicecampione mondiale, seconda dietro al solo immenso Brasile.

Anche nelle posizioni subito dietro si ripercorre la stabilità: l’URSS è sempre seconda e la Bulgaria perde una posizione scivolando al 4° posto, “sfrattata” al 3° dalla Germania Ovest che vi sale dal settimo. Pure le differenze si limitano alla cifra unica, dal +8 dell’Austria 17ª al -9 del Portogallo 21°.

2° metodo

Cecoslovacchia e Ungheria, per lo spareggio sopra ricordato, guadagnano 6.000 punti di bonus a testa. L’Inghilterra detentrice del titolo deve riciclare addirittura i risultati che le permisero il viaggio per il mondiale cileno: inesistenti ancora le eliminatorie per l’Europeo e la Coppa Rimet del 1966 fu disputata su suolo amico, esonerandola dalle qualificazioni. Ricordo, inoltre, che Israele, presente pure nella fase finale, non può usare i risultati del torneo, giocato sotto la bandiera asiatica.









































Che sia realmente un periodo di stabilità? Le prime quattro nazionali sono, infatti, le medesime, ma un piacevole, per noi, “scambio” esiste, con Italia e URSS a invertirsi al 1° e 4° posto (immobili l’Inghilterra seconda e la Germania Ovest terza). Gli Azzurri, così, recuperano la supremazia nel ranking che non assaporavano più dal 1938 (!), nonostante centrino solo il secondo coefficiente di ciclo, superati dai tedeschi (a loro volta superati in campo nel 4-3 dell’Azteca).

Zitta zitta la Polonia sale al 10° posto, al momento nulla di trascendentale a livello assoluto ma il +11 inanellato è un dolce assaggio di quanto sta per accadere; esattamente come per la Spagna, però di sapore amaro, caduta di 9 posizioni all’indietro in 16ª, a inaugurare una delle parentesi più buie e sfortunate della sua storia calcicstica.

Differenze


L’insegna della stabilità sventola felice: l’Italia si conferma al primo posto in entrambi i metodi ed è la terza volta in assoluto che accade, preceduta dall’URSS nel 1962 e dalla Germania Ovest nel 1966. E anche le altre differenze fra i due podi sono minime se non nulle: i sovietici oscillano fra secondi o quarti, gli inglesi fra secondi o quinti e i tedeschi imitano gli italiani nell’inossidabilità ma da terzi.

BELGIO 1972

1° metodo









































L’Inghilterra ritorna in testa, come non le capitava dal 1954, riaffacciandosi a un podio per lei sconosciuto dal 1964. Risultato dal sapore variamente beffardo: infatti, gli inglesi mettono sul tavolo solo le 6 gare del girone eliminatorio per l’Europeo, per una valutazione “a metà” rispetto a (quasi) tutte le altre concorrenti. Poi, nei due tornei si sono sempre arrestati ai quarti di finale, in entrambi i casi malamente eliminati da quella Germania Ovest, seconda, che precedono immediatamente nel ranking! L’Italia smarrisce non solo la testa ma pure il podio, scivolando al 4° posto; il bronzo va all’eterna URSS, che perde una posizione oltre la finale continentale a favore dei succitati tedeschi.

Rientra in classifica Malta, coi soliti opachi esiti: 30ª posizione, o se preferite terz’ultima.

Se l’Inghilterra ride, la Scozia piange, patendo 8 posizioni in meno e calando in 20ª; di contro, la Svizzera sale di 7 in 13ª.

2° metodo

Romania e Ungheria, costrette allo spareggio nei quarti, guadagnano così altri 9.000 punti di bonus a testa.









































La vetta non sfugge alla Germania Ovest in questa versione, complice anche il miglior coefficiente di ciclo; detronizzata l’Italia, che cala in seconda sloggiando l’Inghilterra dal podio, dove risale la solita URSS dopo un solo aggiornamento d’assenza.

La rientrante Malta qui beneficia di una posizione in più: 29ª ai danni della Finlandia.

Contenutissime con non mai le differenze: dal +5 dell’Albania 24ª, al -4 di Francia 15ª, Portogallo 21° e Norvegia 27ª.

Differenze

I due metodi individuano le stesse 4 nazionali nelle posizioni di vertice; l’incertezza è solo nel piazzamento esatto, URSS esclusa in quanto sempre terza. E così la Germania Ovest è 1ª o 2ª, l’Inghilterra 1ª o 4ª e l’Italia 2ª o 4ª.

GERMANIA OVEST 1974

1° metodo

Rifanno capolino gli spareggi intercontinentali, ora a decidere chi fra Europa e Sud America debba lasciare un posto all’Africa, sacrificio in Messico gravato esclusivamente sulle spalle del Vecchio Continente. Ai fini del ranking, le sfide dell’URSS contro il Cile non sono quindi conteggiate. Analoga fine anche per Austria-Svezia che decide la qualificazione del primo girone inusualmente terminato con 3 squadre in vetta ma con l’Ungheria penalizzata dall’appena introdotta differenza reti, e Iugoslavia-Spagna che dirime la questione primo posto nel settimo gruppo.










































La gloria dell’Inghilterra era realmente effimera, tanto da perdere 6 posizioni in un colpo solo: ne approfitta l’Italia che si riappropria del 1° posto, chiudendo così un periodo di assoluto dominio (3 ori negli ultimi 4 aggiornamenti). Primato “faticato”, ottenuto per differenza reti sulla Germania Ovest a fronte della più bassa media punti della storia, (1,666, limite toccato in precedenza sempre dall’Italia nel 1968), e, sopratutto, confinato ai numeri, utili a far intuire perché la prima Coppa FIFA sia da noi ricordata a tinte “azzurro tenebra”. Infatti, come l’URSS si conferma terza nel ranking, i tedeschi restano secondi, ma si consolano abbondantemente per la supremazia sul campo (cioè, dove conta), centrando per primi nella storia l’accoppiata Europeo-Mondiali.

Altro rientro relegato alle retrovie: l’Islanda riappare nel ranking all’ultimo posto. Poco più su, la Grecia 29ª fa peggio dell’Inghilterra, perdendo 7 posizioni; l’Olanda ne guadagna altrettante, insufficienti sia a vincere il titolo, perso in finale contro i padroni di casa, sia a salire oltre l’8ª piazza… ma la storia calcistica è tutta loro!

2° metodo

Riguardo alle qualificazioni, per i succitati spareggi Austria, Iugoslavia, Spagna e Svezia beneficiano di 6.000 punti di bonus a testa, mentre all’URSS ne vanno 12.000, conteggiando anche la sconfitta a tavolino per 2-0 dovuta al rifiuto di giocare nel famigerato Stadio Naciónal di Santiago nel ritorno contro il Cile. Per il secondo correttivo, la Germania Ovest riutilizza i risultati che le consentirono di andare in Messico 4 anni prima.

Per la fase finale, bisogna fare (letteralmente) i conti con una nuova formula, dove quarti e semifinali sono sostituiti da una seconda fase a gironi. Pertanto, i 46.000 punti complessivi lì previsti sono da distribuire in 3 gare, che ne valgono così 15.250 ciascuna, ammontare approssimato ai 125 punti più vicini per ridurre le “differenze di adattamento” a -250 per chi giunge in una delle due finali (in teoria i bonus sono espressi sempre in migliaia).










































Il ranking rende qui giustizia al campo: la Germania Ovest si conferma legittimamente in vetta, abbinando nei 3 tornei supremazia tecnica (2 primi e 1 terzo posto) e “numerica” (centrato 3 volte di fila il miglior coefficiente di ciclo, e qualcosa come 9.450 punti di distacco dalla seconda). Il resto del podio è completato da URSS e Italia, che s’invertono le posizioni alle spalle tedesche: esito un po’ spiazzante, considerato l’andamento del torneo più recente (sovietici manco qualificatisi, Azzurri eliminati al primo girone), giudizio “ripetibile” per la 4ª piazza del Belgio, che così prevale sull’Olanda, finalista, punita più che altro per essere “esplosi” all’ultimo come dimostra il +11 dell’avanzamento più pronunciato.

Come gamberi troviamo Inghilterra (10ª), Ungheria (12ª) e Bulgaria (15ª) a -6. Ancora è lo spiazzamento a connotare l’ultimo nome citato, essendo giunto alla quarta fase finale mondiale consecutiva. Viceversa, nessuna sorpresa nel vedere la rientrante Islanda chiudere la classifica.

Differenze


I due metodi individuano le stesse 3 nazionali sul podio, divertendosi a mischiare le carte nelle posizioni,facendo primeggiare l’Italia (altrimenti terza) o la Germania Ovest (altrimenti seconda), ma mai l’URSS (o seconda o terza).

IUGOSLAVIA 1976

1° metodo










































Sorpresa in vetta! Non tanto per l’abdicazione dell’Italia, legittimata dall’opaco periodo tecnico che la fa scendere al 7° posto, quanto per il nome di chi la sostituisce: la Iugoslavia, in precedenza appena sesta. Lo stupore nasce sia dai termini “assoluti” del primato, una media punti appena dignitosa (1,600, non a caso la più bassa della storia), anche se in termini “relativi” ciò significa che… chi le sta dietro ha fatto pure peggio, sia dalle 10 partite scomputate dal ranking, metà delle quali conclusesi con sconfitte (a onor del vero, 2 ai supplementari) lenite da appena 2 vittorie (fra cui il ciclonico 9-0 allo Zaire). Alla fin fine, oltre al primato numerico agli iugoslavi rimane in mano esclusivamente un 4° posto continentale, colto per di più nelle final four giocate in casa…

Una media bassa al primo posto, significa solitamente grande equilibrio generale: prova ne siano i 5 pari merito alle spalle degli slavi, frutto di 3 punti ogni 2 uscite. Giocando coi discriminanti, il podio si completa con la Germania Ovest seconda (a “replicare” il piazzamento nel torneo) e la Spagna terza, marcando un significativo +9. Pure per gli iberici, però, il ranking, sia per piazzamento finale sia per avanzamento, appare fin troppo generoso a vedere quanto le Furie Rosse (non) hanno raccolto in campo, specie rispetto alla Cecoslovacchia, regina europea (per quanto a sorpresa), appena ottava.

Alle Isole Britanniche sono legate le differenze più accentuate. Ride il Galles 12° a +11, piange lacrime amare l’Inghilterra cui la vetta del 1972 è stata particolarmente indigesta: altre 10 posizioni perse e in soli 2 aggiornamenti la caduta libera è arrivata al 17° posto!

2° metodo

Le 32 partecipanti (e l’assenza di spareggi) rendono Iugoslavia 1976 un torneo “perfetto” con la sua formula: in altre parole, chiunque raggiunge un determinato turno, ha giocato un medesimo numero di partite. Pertanto, non essendovi “distorsioni” dovute a quest’ultimo dato, si ha l’occasione ideale per verificare l’affidabilità del metodo, valutando quanto la classifica per coefficiente di ciclo si avvicini o si discosti da quella reale sul campo.










































I rigori negano alla Germania Ovest il primo triplete per nazionali della storia, inchinandosi in finale dal dischetto alla Cecoslovacchia, ma non il tris di primi posti consecutivi nel ranking. Serie da primato che accomuna i tedeschi all’Ungheria 1950-54-58 e all’URSS 1960-62-64; rispetto alle due antecedenti, la Germania Ovest condisce il tutto con 2 sucessi (contro il solitario sovietico e il nulla magiaro). L’Olanda esordisce nel podio, occupando quel secondo gradino cui paiono avere una certa predisposizione, mentre la Cecoslovacchia vi rientra dopo 14 anni, sempre all’indomani di una finale a sorpresa (con esiti stavolta felici) e sempre da terza, penalizzata dal nulla rastrellato nei precedenti due tornei.

All’insegna del 6 le differenze: in positivo per la citata Cecoslovacchia e la Iugoslavia quinta; in negativo per l’Italia nona e l’Inghilterra sedicesima.

Come anticipato, compariamo la classifica finale del torneo a quella per coefficiente di ciclo: se il 2° metodo fosse affidabile, esse dovrebbero coincidere almeno a grandi linee. Nel senso che qualunque squadra nella classifica per coefficiente di ciclo è sempre sopravanzata da chi è andato più avanti nel torneo e sempre sopravanza chi è stato eliminato prima.

Procedendo per “blocchi”, si parte bene, giacché le 4 semifinaliste ricalcano esattamente la classifica finale: la Cecoslovacchia prima ha il miglior coefficiente, la Germania Ovest seconda il secondo, l’Olanda terza il terzo e la Iugoslavia quarta il quarto. Già per le 4 eliminate ai quarti si sbarella: infatti, fra il 5° e l’8° coefficiente vi sono correttamente Galles e URSS, ma anche le “abusive” Inghilterra e Polonia. Delle due “sfrattate”, la Spagna è nona (differenza lieve) però per trovare il Belgio bisogna scendere fino al 20° posto! Dimostrazione lampante di come la natura di media punti del 2° metodo tenda a premiare, come anticipato in presentazione, le eliminazioni gloriose sulle qualificazioni faticose, rivelandosi i bonus del tutto insufficienti a “preservare” il cammino più lungo. Infatti, Inghilterra, Polonia e Belgio terminano col medesimo ruolino il girone eliminatorio (8 punti) ma solo il Belgio accede ai quarti, dov’è sotterrato dall’Olanda con 2 sconfitte.

Differenze


Unicamente la Germania Ovest compare in entrambi i podi, seconda di qua e prima di là. Passando dal 1°al 2° metodo, la Iugoslavia scende dalla vetta al 5° posto, la Spagna addirittura dal 3° al 14°! Viceversa, l’Olanda da seconda cala quarta e la Cecoslovacchia da terza a ottava.

ARGENTINA 1978

1° metodo

Lo spareggio europeo-sudamericano Ungheria-Bolivia, nettamente a favore dei magiari, rappresenta lo stralcio dal ranking del torneo.









































Un autentico terremoto colpisce la vetta della classifica! Se Germania Ovest e Spagna, partite alle spalle della capolista Iugoslavia, terminano ai piedi del podio, l’ex regina continentale produce un tonfo assordante precipitando al 16° posto… e nemmeno il Belgio, che subito la segue, scherza col suo -12, per le due “retrocessioni” più clamorose. Ai primi due posti s’issano così due esordienti assolute della zona medaglie: Polonia e Olanda. A dire il vero, hanno pure il medesimo ruolino di marcia, totale e per torneo: è la maggiore differenza reti più recente a fare prevalere i polacchi che ottengono l’incoronazione probabilmente nella parentesi meno felice del loro periodo di massimo splendore storico. Chiude il podio l’Inghilterra, togliendosi lo sfizio di sopravanzare la Polonia nelle differenze positive, guadagnando 14 posizioni contro le “sole” 12 della capolista, a ulteriore testimonianza dello scossone tellurico ai vertici del ranking. L’Italia vivacchia al 6° posto (+1).

2° metodo

La squilibratissima sfida contro la Bolivia regala all’Ungheria 12.000 punti di bonus, oltre a due vittorie per un 9-2 globale e il biglietto per l’Argentina. Per il secondo correttivo, esattamente come l’Inghilterra nel 1970 e per gli stessi motivi, anche la Germania Ovest deve risalire alle eliminatorie mondiali che due edizioni prima le permisero di recarsi proprio in Messico, riciclandole per la seconda volta.










































Scambio al vertice del ranking: almeno qui l’Olanda centra un primo posto, grazie anche al miglior coefficiente di ciclo (di un pelino superiore all’italiano), sfuggito loro per la seconda volta consecutiva nell’arena mondiale in finale contro i padroni di casa. Per la Germania Ovest, seconda, si conferma la regola che fissa a 3 i primi posti consecutivi cumulabili. La Polonia esordisce pure in questo podio, accontentandosi del bronzo, mentre l’Italia “bissa” il 4° posto mondiale, guadagnando 5 posizioni, a testimonianza del risveglio bearzottiano.

Le differenze tornano in doppia cifra, dal +10 dell’Inghilterra sesta e dell’Austria settima al -10 del Belgio sedicesimo.

Differenze


Polonia (prima e terza) e Olanda (secondi e primi) sono le presenze comuni ai due podi, completati da una Germania Ovest che, seconda da una parte, è per lo meno quarta dall’altra e un’Inghilterra bronzo nel 2° metodo e appena settima nel 1°.

Appuntamento a mercoledì prossimo con la storia del ranking Uefa per nazionali relativa agli anni ’80.


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