mercoledì 4 giugno 2014

L'EVOLUZIONE DELLE TESTE DI SERIE NELLE COPPE EUROPEE

"Calcio e Altri elementi" ha il piacere di ospitare un interessante articolo realizzato per noi da Rado il Figo che analizza i vari metodi con i quali l’Uefa ha scelto le teste di serie nel corso degli anni facendoci vedere quanto la scelta del metodo influenzi, anche in maniera importante, l’ingresso o meno delle squadre nelle varie urne dei sorteggi. 

PREMESSA

I sorteggi per la composizione dei gironi di Champions (CL) ed Europa League (EL) sono la tappa della stagione continentale dove più che altrove incide il peso del metodo adottato dall’UEFA per valutare adeguatamente il valore (inevitabilmente sempre presunto) delle squadra coinvolte. L’occasione è quindi ottimale per analizzarne l’evoluzione: infatti, i metodi si sono sempre più affinati, complici le formule delle coppe che hanno abbandonato nel tempo l’integrale eliminazione diretta per includervi una (se non due) fasi a gruppi, rendendo quindi inadeguate le prime sgranature miranti solo a individuare le teste di serie (tds) dalle altre partecipanti e virando decisamente verso il calcolo di un indice numerico, detto coefficiente di club (cc), in grado di stilare una classifica di tutte le squadre partecipanti.


Per meglio comprenderne le differenze, spesso riflettutesi in veri e propri sconvolgimenti delle graduatorie di valore, simulerò la composizione delle 4 urne in cui sono state divise per fasce di merito le 32 partecipanti ai gironi dell’ultima CL (2013/14), adottando di volta in volta i vari metodi utilizzati dall’Uefa nel corso degli anni. Alcune precisazioni: i metodi non saranno dettagliatamente descritti in ogni particolare, fermandomi a quei dati comunque sufficienti a inquadrarli correttamente. Poi, la simulazione si limita alla composizione delle urne della fase a gironi e non si estende anche a simulare chi avrebbe dovuto prendervi parte, considerando le 32 reali protagoniste come “dato acquisito”. Infatti, se ora il turno di partenza in CL (ed EL) dipende dal coefficiente di federazione e dalla posizione nei tornei nazionali, fino al 1994/95 era tutto deciso dalla classifica per cc. Per essere ancora più chiaro: le ammesse di diritto ai gironi di CL sarebbero state le 22 squadre col miglior cc, e non le prime 3 delle federazioni dal 1° al 3° posto nel ranking UEFA, le prime 2 delle federazioni dal 4° al 6°, e così via. La simulazione non si spinge nemmeno a ricalcolare i bonus e i coefficienti di federazione coi criteri dell’epoca in cui il metodo fu adottato; per quanto interessante, sarebbe qui stato fuori contesto: lo scopo è, infatti, evidenziare come partendo dagli stessi dati si possa giungere a valutazioni diverse semplicemente variando il criterio con cui pesarli e non passando per un loro (preventivo) cambio, almeno come linea di condotta generale. Il che mi permette di allacciarmi a un’ulteriore precisazione: non applicherò pedissequamente i metodi, cercando prima di trovarne la ratio e di adattarla all’odierna realtà. Ciò porterà a volte ad allontanarmi dalla stretta lettera del metodo ma ne renderà l’applicazione più vicina allo spirito con cui fu concepito all’epoca. Infine la posizione del detentore: ai tempi dei primi cc, non godeva di alcun particolare privilegio in tale ambito. Era sì esentato dagli eventuali preliminari ma nei sorteggi entrava in base esclusivamente all’effettivo cc (salve rare eccezioni, relegate alla CL). Tuttavia, quando nel 1997/98 lo Schalke si ritrovò nella Coppa UEFA appena vinta col 41° cc globale, e conseguentemente senza mai essere tds nei vari turni dov’erano previste, si decise che dalla stagione successiva il detentore sarebbe sempre stato considerato la squadra col miglior cc. Detto questo, nelle mie simulazioni – se non dove strettamente necessario per una corretta applicazione del metodo – il Bayern sarà classificato in base al suo effettivo cc, sempre per continuare nell’ottica di evidenziare le differenze fra diverse valutazioni degli stessi dati.

Ogni metodo sarà concluso con una velocissima disamina delle posizioni delle italiane, analizzandone le principali sfumature. Alla fine di tutto, ho ritenuto utile riassumere in un’unica tabella le diverse valutazioni subite dalle 32 squadre applicando i metodi illustrati.


Metodo 0
Nelle prime edizioni delle coppe, pur non essendovi una classifica delle squadre e/o una designazione delle tds, il detentore gode di alcuni benefici: fino al 1966/67 parte direttamente dagli ottavi di finale, a prescindere dal numero di partecipanti; dal 1967/68 al 1979/80, invece, è esentato dai turni preliminari se le partecipanti sono più di 32, ovvero è ammesso direttamente agli ottavi se sono meno di 32; se in concorso con altri, sempre con diritto di precedenza. Tuttavia, nella mia simulazione, dove è applicabile solo la seconda versione del metodo, avere un’unica tds (Bayern Monaco) è esattamente come non averne alcuna; per tale motivo lo cito e basta, non facendolo nemmeno entrare nella tabella conclusiva.


Metodo 1


Applicato dal 1980/81 al 1989/90: dalle 32 squadre sono estrapolate le tds individuate in chi abbia raggiunto almeno una volta le semifinali nelle ultime 5 stagioni di CL, EL e Coppa UEFA (UE). Non fa differenza in quale coppa e/o quante volte sia stato raggiunto tale traguardo e/o da quanto tempo: all’estremo, si può non aver partecipato alle coppe nelle ultime 4 stagioni purché si sia stati eliminati nella semifinale di UE 2008/09 ed essere comunque tds, esattamente come chi è giunto a disputare le ultime 5 finali di CL. Le 32 squadre sono quindi divise in due sole fasce: chi è tds e chi non lo è; all’interno di ogni fascia, non si fanno ulteriori diversificazioni. A titolo di curiosità, elenco tuttavia qui di seguito le tds in base al numero di semifinali raggiunte:


5: Barcellona (ESP) 

3: Bayern Monaco (GER), Chelsea (ENG), Real Madrid (ESP) 
2: Atlético Madrid (ESP), Benfica (POR), Manchester United (ENG) 
1: Arsenal (ENG), Basilea (SUI), Borussia Dortmund (GER), Porto (POR), Shakhtar Donetsk (UKR), Schalke 04 (GER) 

Essendovi 13 tds, ogni gruppo ne avrà almeno 1 e non più di 2, o, se si preferisce, cinque gruppi ne avranno 2 e tre ne avranno 1 sola. Nessuna italiana presente fra le tds: l’unica che poteva ambirvi, l’Internazionale, è rimasta a casa.



Metodo 2



Applicato dal 1990/91 al 1991/92: per la prima volta si calcola un cc e si stila una vera e propria classifica delle 32 squadre. Il cc è la media punti per gara applicata alle ultime 5 stagioni (2008/13) con alcuni accorgimenti: valgono solo i risultati dai gironi in poi di CL ed EL (ovvero dal I turno di UE 2008/09), cioè non conta nulla quanto ottenuto nei preliminari; si contano i punti di bonus; le vittorie assegnano sempre e comunque 2 punti; sono comunque garantiti 2 punti per chi ha preso parte ai gironi di EL. Per tutti coloro che, nel quinquennio, sono stati del tutto assenti nelle coppe o non hanno mai superato i preliminari, è assegnata una media d’ufficio di 0,000 (esattamente uguale a quella di chi può contare esclusivamente su 2 sconfitte nel I turno di UE 2008/09).




Metodo 3 


Applicato dal 1992/93 al 1993/94: è un “correttivo” del precedente al fine di far pesare la federazione di appartenenza, un primo tentativo di evitare che club di federazioni di peso ma con poca esperienza internazionale (nell’arco temporale di riferimento) possano diventare delle mine vaganti nei sorteggi. Il cc è la somma della media punti per gara della squadra e di quella della federazione, calcolata anch’essa cogli stessi criteri ma coinvolgendo tutti i club a essa affiliata. A una federazione che non sia riuscita a portare nemmeno una squadra nelle ultime 5 stagioni ai gironi di CL o EL (ovvero al I turno di UE 2008/09), è assegnata una media di 0,000. Già nel 1993/94 s’introduce una limitazione all’uso della media punti di federazione, utilizzabile solo se vi hanno contribuito almeno 3 diverse squadre (quelle qui interessate rispettano tutte tale condizione). 




Per le italiane non cambia nulla di sostanziale: il Napoli avanza di una posizione rimanendo sempre in 3ª fascia. 


Metodo 4 

Applicato nel 1994/95: il cc è la maggiore fra la media punti per gara della squadra e quella della federazione, e non più la loro somma.


Per le italiane non si annotano cambi di fascia, nonostante le 3 posizioni di differenza di Juventus (perse) e Napoli (guadagnate).


Metodo 5


Applicato dal 1995/96 al 1998/99 in UE, esclusi i preliminari: il cc è la somma delle medie punti per gara della squadra delle ultime 5 stagioni. Rispetto al metodo 2 si è passati da una media punti quinquennale alla somma di 5 (o meno) medie punti stagionali.


Rispetto al precedente, Milan e Juventus rimangono ancorati al loro posto, il Napoli precipita al 24° ma ancora non si registrano cambi di fascia. 


Metodo 6



Applicato dal 1995/96 al 1998/99 in Coppa delle Coppe e in UE, esclusi i casi di cui al metodo 5, e dal 1995/96 al 1997/98 in CL: il cc è il coefficiente di fedarazione 2008/13; per le squadre della stessa federazione, fa testo la posizione in campionato; tuttavia il detentore è sempre messo in cima alla classifica.

Metodo assai rigido, ancorando Juventus, Napoli e Milan alla 2ª fascia, che per i rossoneri è una perdita e per gli azzurri un guadagno. 


Metodo 7


Applicato dal 1997/98 al 1998/99 in CL: più articolato da spiegare che da usare nel concreto. Le 32 squadre sono divise in due grandi categorie; nella prima vi rientrano il detentore e quelle appartenenti alle prime 13 federazioni nel ranking UEFA 2007/12 (che ha stabilito il numero di squadre iscrivibili e il turno di accesso); nella seconda tutte le altre. In pratica, si dividono le squadre delle federazioni con almeno una presenza certa nei gironi dalle altre. Nella prima categoria le squadre sono poi classificate in base alla posizione in campionato e, in seconda battuta, al coefficiente di federazione 2007/12 (in ogni caso il detentore è capoclassifica); nella seconda categoria i criteri s’invertono.


La Juventus schizza fra le tds, Napoli e Milan (quest’ultimo ringraziando la moria nei preliminari di vicecampioni nazionali) finiscono in 3ª fascia. 


Metodo 8


Applicato dal 1999/2000 al 2003/04: si ritorna a dar peso ai risultati ottenuti dalla squadra nelle coppe “correggendoli” in qualche modo colla federazione di appartenenza. Il cc è quindi la somma dei punti conquistati nelle ultime 5 stagioni e del 50% del coefficiente di federazione 2008/13 (“ovviamente” calcolato non semplicemente dividendolo per 2). Ai punti come fin qui conteggiati, si aggiungono quelli “fissi” attribuiti dal 2009/10 in base al turno preliminare di eliminazione; il 50% del coefficiente di federazione conosce nel 2002/03 un cambio dell’algoritmo di calcolo, cui mi attengo, considerato che le differenze col precedente si contano nell’ordine di 1 millesimo per Austria, Germania, Italia, Portogallo, Romania,Ucraina.


Il Milan risale in 2ª fascia, dove “trova” la Juventus, e il Napoli rimane in 3ª: curiosamente, bianconeri e azzurri occupano l’ultimo posto della relativa fascia. 


Metodo 9

Adottato dal 2004/05 al 2008/09: del tutto identico al precedente, fatta salva l’incidenza del coefficiente di federazione, abbassatasi dal 50% al 33% (non di un terzo, proprio del 33%), calcolata coll’algoritmo in vigore (colle dovute modifiche) dal 2002/03.


La minima variazione fa perdere un posto e una fascia a Juventus (per soli 0,302) e Napoli. 


Metodo 10

Adottato dal 2009/10 e tutt’ora in vigore: rispetto ai due precedenti, cala ancora la percentuale d’incidenza del coefficiente di federazione, scesa al 20% e fortunatamente ora calcolata semplicemente dividendolo per 5.



Mentre Milan e Napoli perdono un posto, ma non la fascia, la Juventus (seppur per solo 0,063) lo guadagna “riacquistando” la 2ª.


Tabella riepilogativa finale


L’ultima tabella riassume in un colpo d’occhio le principali conseguenze dovute ai cambi di criterio di scelta delle tds. Per rendere più agevole la lettura, la fascia di competenza per il piazzamento è evidenziata in oro per la 1ª (delle tds), in argento per la 2ª , in bronzo per la 3ª e in bianco per la 4ª (degli assai relativi “materassi”). Le squadre sono presentate in base al “piazzamento medio” ottenuto nei 10 metodi, individuati in cima a ogni colonna dal numero col quale li ho illustrati: tralasciato il “metodo 0” non avendo alcuna utilità pratica; per il metodo 1 le squadre sono state suddivise in soli due piazzamenti (color oro per le teste di serie, bianco per le non teste di serie).

Si nota immediatamente quanto possa incidere il metodo utilizzato sulla definizione delle tds. Solo 6 squadre hanno mantenuto la medesima fascia: Bayern Monaco, Barcellona e Manchester United la 1ª; Viktoria Plzen, Steaua Bucarest e Austria Vienna la 4ª. Sono 19 le squadre che a seconda del metodo si sarebbero potute trovare in ben tre fasce diverse (per il primo metodo tutte le tds vengono assegnate alla prima fascia, le non teste di serie ad alcuna fascia specifica): Arsenal (1, 2 e 3), Atletico Madrid (1, 2 e 3), Shakhtar Donetsk (1, 2 e 3), Schalke 04 (1, 2 e 4), Benfica (1, 2 e 3), Milan (1, 2 e 3), Borussia Dortmund (1, 2 e 3), CSKA Mosca (1, 2 e 3), Juventus (1, 2 e 3), Manchester City (1, 2 e 3), Paris Saint-Germain (1, 2 e 3), Bayer Leverkusen (2, 3 e 4), Basilea (1, 3 e 4), Galatasaray (2, 3 e 4), Ajax (1, 3 e 4), Olympiakos Pireo (2, 3 e 4), Napoli (2, 3 e 4), Real Sociedad (1, 2 e 4) e Copenaghen (2, 3 e 4). Infine, il Benfica, l’ultima delle attuali tds, entra in 1ª fascia solo col primo e (ovviamente) l’ultimo metodo. 

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