venerdì 9 maggio 2014

COMPRESSE DI CALCIO: GLI ALLENATORI USCITI DI SCENA DA CAMPIONI D'ITALIA

Visto che, a differenza di quanto avevo pronosticato sul blog qualche tempo fa, la situazione Conte-Juventus pare complicarsi, mi è venuta la curiosità di vedere quanti allenatori hanno deciso di lasciare la squadra con la quale avevano appena vinto il campionato per loro scelta.

Fino agli anni del Grande Torino non era infrequente che un allenatore vincente lasciasse la squadra, un po' perché molti contratti erano annuali e magari i "mister" erano attratti da altre squadre che offrivano qualche lira in più, un po' perché a volte alla guida tecnica della squadra venivano messi uomini vicini alla società ma che non avevano l'ambizione di fare l'allenatore a vita (si pensi a Castellazzi, campione d'Italia con l'Inter nel 1938 e che ha concluso la sua biennale carriera di tecnico proprio con quella vittoria).

Analizzando quanto successo dall'inizio degli anni '50 in poi, troviamo solo tre allenatori che hanno lasciato la squadra campione d'Italia per loro scelta:



NILS LIEDHOLM: In scadenza di contratto col Milan scudettato del 1979, decide di non trattare l'eventuale rinnovo per sposare il nuovo progetto della Roma alla cui presidenza era appena arrivato Dino Viola.

FABIO CAPELLO: Nel 1996, dopo aver vinto il quarto scudetto in cinque anni e in scadenza di contratto, rifiuta le proposte del Milan che offre un rinnovo vincolato ad alcuni risultati e a fine stagione va a sedersi sulla prestigiosissima panchina del Real Madrid. Capello ha lasciato anche la Juve nel 2006 pochi giorni prima che le fosse revocato lo scudetto, ma questo addio non lo considero valido per l'analisi visto che è stato causato proprio dalla consapevolezza di quanto sarebbe successo di lì a poco.

JOSE' MOURINHO: Dopo aver conquistato lo storico "Triplete" del 2010, Mourinho lascia l'Inter e va al Real Madrid, ed è l'unico allenatore dal 1950 in poi ad aver lasciato la squadra campione d'Italia per sua scelta e non a fine contratto (l'accordo fra i nerazzurri e il portoghese sarebbe scaduto l'anno successivo).




Se Conte dovesse decidere di non voler sposare il progetto Juventus 2014/15, abbandonando la squadra con ancora un anno di contratto, seguirebbe le orme dell'attuale tecnico del Chelsea. Inoltre, se non ha già un accordo con un'altra squadra del quale al momento non siamo a conoscenza, sarebbe il primo (dal '50 in poi) ad aver lasciato la panchina dei campioni d'Italia con un anno di contratto e senza una soluzione alternativa già in mano.


Ricordo infine che altri due allenatori negli ultimi 65 anni non hanno cominciato la stagione seguente a uno scudetto seduti sulla stessa panchina, ma questa volta per scelta delle rispettive società di appartenenza: Giovanni Trapattoni, che ha chiuso il suo ciclo decennale alla Juventus con lo scudetto del 1986, e Roberto Mancini, esonerato dall'Inter dopo il tricolore del 2008.

P.S.: La Gazzetta segnala anche Parola al termine della stagione 1960/61. Poiché in quel tempo alcune squadre utilizzavano l'accoppiata Allenatore/Direttore Tecnico, e spesso chi guidava davvero la squadra era il secondo, non ho considerato questa stagione in quanto il Direttore Tecnico Gunner Gren venne confermato per l'anno successivo (salvo essere licenziato dopo due giornate insieme al nuovo allenatore con il ritorno di Parola allenatore unico).

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